15 Apr Percorso di Orientamento di Gruppo: perché funziona bene
A dicembre 2020, dopo quasi un anno di lockdown ho deciso di sperimentare il percorso di orientamento di gruppo on line.
Avevo già sperimentato il gruppo in presenza e ne avevo nostalgia ma non avevo idea di come fare. L’aiuto di una amica e professionista generosa in tutto (idee, tempo, risate) è stato fondamentale per la progettazione e il primo gruppo di quattro donne (perché il gruppo al femminile mi è più congeniale, perdonatemi la discriminazione di genere) è stato determinante per testare questo nuovo “format”, con (lo ammetto) inaspettato successo!
Da allora è partito un gruppo ogni mese e io ne sono entusiasta.
Perché è un sì su tutta la linea?
Perché il gruppo è una potenza, è ricchezza assoluta, perché l’idea di una partecipante diventa l’idea di tutte, lo stesso accade con i dubbi, le fragilità, i punti di forza.
Nel gruppo si ascoltano le esperienze che risuonano in noi (sono felice di non essere l’unica al mondo a sentire queste cose) e quelle che sono tanto lontane da noi ma che esistono e con cui dobbiamo fare i conti.
Il gruppo “smaschera” le nostre convinzioni limitanti e ci fornisce tante visioni diverse del mondo, tutte in una volta.
Le regole
Sono un po’ maniaca di alcune regole del gioco che condivido da subito e che, soprattutto, chiedo di sperimentare fin dal primo esercizio. Mi sembra che siano la base per creare la relazione tra le partecipanti e me, naturalmente.
Eccole, di seguito:
- ognuna di noi ha qualcosa da dare: siate generose
- no judgment! non siamo qui per giudicare ne’ per giudicarci! tutti i feedback invece sono i benvenuti
- non esistono pensieri e domande sbagliati. tutto e’ utile
- la privacy e’ importante: tutto cio’ che ci diciamo, rimane fra di noi!
L’ascolto attivo
Sperimentare l’ascolto attivo (a mio avviso una competenza comportamentale difficile da agire) aiuta a mettere a terra le regole del gruppo. L’ascolto attivo infatti è “ la capacità di porre attenzione alla comunicazione dell’altro senza formulare giudizi. È un atto intenzionale che impegna la nostra attenzione a cogliere quanto l’altro ci riferisce sia in modo esplicito che implicito, sia a livello verbale che non verbale.”
I contro (ma siamo sicuri che siano contro?)
Il percorso di gruppo ha, secondo me, due possibili controindicazioni:
- La rigidità dell’agenda: l’appuntamento non si può rimandare e quindi bisogna regalarsi questo spazio per sè, senza se e senza ma (mentre il percorso individuale è chiaramente più flessibile)
- E’ necessario essere autonomi. Il ritmo non è del singolo ma del gruppo, io non entro nei contenuti ma insegno ad usare (sperimentando) gli strumenti e poi ognuno li prova e li applica alla propria storia. In questo modo ci si porta a casa qualcosa in più: non un risultato ma l’uso (replicabile) di strumenti, ma bisogna essere pronti ad imparare ed autonomi, appunto.
Le testimonianze
Con orgoglio e soddisfazione mi concedo il lusso di riportare alcune frasi emerse alla fine del percorso, perché, come sempre, se lo dicono i partecipanti, vale di più!
“ho acquisito strumenti, ho piantato un seme e ora sono una piccola pianta, ancora fragile ma consapevole, ora dipende da me darle cura, acqua, energia, duro lavoro. Il percorso finisce ma comincia oggi”
“ho capito che voglio seguire di più istinto, seguire la mia vocazione e prendere un po’ di rischi. Adesso sono più direzionata e più “istruita”, consapevole degli strumenti che ho a disposizione”.
“sono stata shekerata a dovere su alcuni blocchi auto-autoimposti, sono meno impolverata e meno sfiduciata, ho più chiaro l’obiettivo”
“è stato un momento di grande introspezione, ho smontato castelli e barricate difensive”
“il fatto che non ci sia stato tanto tempo per ognuna di noi è un gran bene, ho capito che è meglio guardare fuori a come funzionano le cose piuttosto che continuare a ripetermi come dovrebbero andare”
“sono uscita molto volentieri dalla confort zone, il confronto ha ribaltato il modo che ho di affrontare il contesto lavorativo”
“ho ripercorso con più focus la mia vita professionale e questo mi ha dato consapevolezza ma soprattutto sicurezza”
“ci hai consegnato tutti gli strumenti ma siamo arrivati noi da sole ai risultati e questo è utile per il mio percorso cognitivo”
“voglio scegliere sulla base della consapevolezza che ho creato, voglio un lavoro che scelgo io davvero, ho capito che posso scegliere io ciò che voglio, voglio cogliere le opportunità e buttarmi anche se mi spaventa”
In presenza è un’altra cosa ma anche così sono molto felice di questo successo!
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