01 Ott Basta una buona idea per avere successo nel lancio di una nuova impresa?
I fattori di successo
Per mettere in atto un progetto imprenditoriale dobbiamo considerare fattori quali:
- la chiarezza degli obiettivi (partire da una buona idea ed arrivare ad un buon progetto),
- le competenze e le attitudini dei soggetti coinvolti,
- la definizione del metodo di lavoro e la pianificazione delle attività,
- la comunicazione e la gestione delle risorse a disposizione.
L’idea imprenditoriale non basta!
L’idea imprenditoriale è fondamentale in quanto fulcro dell’impresa ma, a mio avviso, non può essere considerata, da sola, il punto di svolta.
Mi spiego meglio: molti pensano che, escogitando l’idea geniale tutto venga da se; invece anche le migliori idee possono portare a grandi flop e, per contro, idee mediamente accettabili possono diventare grandi successi attraverso altri fattori come lo studio, la competenza, il metodo, la determinazione.
Cos’è quindi una buona idea?
Per semplicità classifichiamo le idee imprenditoriali in tre macro categorie:
- le idee innovative,
- le idee prese in prestito da altri settori
- le idee migliorative.
Le prime sono le idee che creano vera innovazione e generano nuovo valore. Se avessimo un’idea risolutiva probabilmente la nostra strada verso il successo sarebbe già un po’ in discesa ma, come anticipato, non potremmo comunque “dormire sugli allori”.
Le seconde sono idee o principi già applicati da qualche parte ma reinventati all’occorrenza. Si fa innovazione semplicemente copiando le idee o i concetti visti in altri settori. Anche in questo caso il grado di innovazione è abbastanza elevato ma non abbiamo a che fare con qualcosa di “dirompente” e potremmo rischiare di cavalcare percorsi già noti.
La terza categoria invece riguarda le idee più comuni e alla base della stragrande maggioranza delle startup attuali: si migliora semplicemente qualcosa di già esistente.
In tutti i casi, le nostre idee devono essere la risposta ad un bisogno: quando l’idea soddisfa un’esigenza (o in alcuni casi crea, e poi soddisfa, un bisogno nuovo), allora diventa un presupposto per creare una startup.
Per ogni idea, una strategia
Il primo passo è quindi comprendere di quale categoria stiamo parlando, ognuna delle quali ha caratteristiche proprie e difficoltà diverse da gestire.
Le idee innovative ad esempio dovranno essere ben spiegate e ben comprese dal mercato, non esistono best practices da cui prendere spunto; dovremmo capire – senza poter attingere dall’esperienza di altri – chi saranno i fruitori (clienti), come realizzarla e soprattutto come comunicarne il valore.
Le persone non conoscono il nostro prodotto o servizio, non sanno che questo potrà risolvere un loro bisogno e probabilmente saranno scettiche perché non ne hanno mai avuta esperienza.
Nel caso delle “idee prese in prestito” i nostri clienti sapranno di cosa stiamo parlando ma avremo a che fare comunque con una certa dose di scettiscismo dovuta al cambio di settore (“funziona nello sport ma chi mi dice che funziona anche nello spettacolo?”), noi potremmo affidarci a delle best practices ma dovremo essere in grado di dimostrare che abbiamo studiato i bisogni del nuovo target e che siamo in grado di soddisfarli.
Nel caso delle idee migliorative invece i nostri potenziali clienti conoscono già il nostro prodotto o servizio, non dobbiamo dimostrare che questi porteranno valore ma dovremo competere con un mercato già abbastanza saturo e quindi persuadere che il nostro ingresso porterà valore “aggiunto” rispetto a ciò che già esiste sul mercato. Insomma facciamo qualcosa di già noto ma lo facciamo “meglio”(più qualità, più servizio, minor costo…il tutto paragonato a qualcosa di già esistente).
In sintesi, l’idea imprenditoriale è il punto di partenza su cui è necessario avere totale consapevolezza, perché solo partendo da qui la nostra idea potrà diventare un progetto.
Insomma, avuta l’idea.. siamo solo all’inizio del viaggio!
ps: Grazie a S O C I A L . C U T e Unsplash per la foto.
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